Arriva da Ferrara l’app di intelligenza artificiale empatica. Si chiama PeperoniAI, sviluppata dalla tech company ferrarese 22HBG, e ambisce a migliorare la vita delle persone. Già disponibile per iOS, presto lo sarà anche per Android.
È un momento in cui non si parla d’altro che di intelligenza artificiale generativa, ossia quella in grado di generare nuovi contenuti o di modificare quelli esistenti. Esempio eclatante di queste settimane è rappresentato da ChatGPT, sviluppato da OpenAI che ha portato l’attenzione di tutti verso questo fenomeno che si stat ormai diffondendo a macchia d’olio.
E propri da questa esperienza, in molto hanno notato che in effetti, accanto alla capacità di rispondere alle varie richieste in maniera, più o meno, esaustiva, mancava l’empatia, ossia quella capacità di coinvolgere l’interlocutore facendo leva anche sulle emozioni.
Ebbene, abbiamo scritto “mancava” appositamente, perché da oggi, anzi da ieri, l’intelligenza artificiale empatica esiste e arriva da Ferrara.
Si chiama PeperoniAI, dal nome della piattaforma di gestione contenuti da cui deriva. L’app di intelligenza artificiale , on line su iOS e presto sarà disponibile anche per Android, lanciata dalla 22HBG, tech company ferrarese fondata da Gianluca Busi. Partner di aziende internazionali leader nel campo della tecnologia e delle telecomunicazioni (recente l’apertura di una sede in Senegal), 22HBG promuove soluzioni digitali configurandosi come una Hub che “ambisce a migliorare la qualità della vita delle persone“, ‘umanizzando’, con la nuova App, la ‘freddezza’ dell’intelligenza artificiale.
L’App, già scaricabile dall’App Store e tra le primissime in Italia, precede il bisogno dei clienti di potersi relazionare ad altri, per iscritto, con parole adeguate. Il modello di riferimento è OpenAi, dalla quale si differenzia per un’impronta empatica. Al testo si combina infatti l’umore, lo stato d’animo, i sentimenti che animano chi la utilizza, senza snaturarlo, con un tono che può essere formale o informale.
Come funziona e a chi si rivolge PeperoniAI
Come ci conferma lo sviluppatore, Renzo Marrazzo, “si è voluto rendere il risultato il più aderente possibile all’identità del fruitore/autore“. Diverse le categorie cui accedere: Media, Education, Writing, Marketing, suddivise a loro volta in tipologie di messaggio. E se per l’Education, ad esempio, si può chiedere di scrivere tanto il riassunto di un libro quanto una poesia, per il marketing si ottengono prevalentemente contenuti di copywriting. Un percorso intuitivo che conduce all’utilizzo di una semplice chat, che in pochi secondi dà riscontro.
PeperoniAI, è rivolto a chi non ha dimestichezza con la parola scritta ma ha necessità di farsi comprendere; ai social media manager che devono realizzare post; ad utenti che vogliono soddisfare curiosità. Grazie a tutti gli elementi introdotti, il wizard fornisce anche idee. Categorie e tipologie di contenuti saranno potenziati nei mesi, automaticamente.
Tra le implementazioni previste, cosa non da poco, il codice di programmazione per immagini e grafiche. Un approdo, quello dell’App, in linea con la filosofia dell’azienda, che ha dedicato il 2022 allo studio delle opportunità del Web 3, della Blockchain e del Metaverso, fino ad arrivare a Peperoni, Digital Content Manager che riduce i tempi di gestione dei contenuti aziendali e snellisce processi di archiviazione, catalogazione, distribuzione, misurazione.
Un’esigenza sentita dai brand che puntano su una strategia di comunicazione che non sia solo social e che vogliono mettere ordine nell’accumulo di contenuti di diverso formato, quindi testi, video, audio, app e podcast.
Allora Ferrara è pronta a diventare la nuova Silicon Valley?
“La Silicon Valley rimane un importante centro per l’innovazione tecnologica e l’imprenditorialità, ci sono anche opportunità per l’innovazione e l’imprenditorialità in altre parti del mondo. Anche una città come Ferrara, con le giuste condizioni e incentivi, può diventare un centro per l’innovazione tecnologica e l’imprenditorialità. Ciò potrebbe includere investimenti in infrastrutture, formazione e programmi di supporto per le start-up, e la creazione di un ecosistema favorevole per l’innovazione e l’imprenditorialità“.
AI tra lavoro, sicurezza e privacy
Il lancio di ChatGPT, e di altri modelli di intelligenza artificiale generativa, hanno sollevato non poche preoccupazioni per le diverse implicazioni che un uso eccessivo e poco controllato può generare. Ma secondo 22HBG , le AppAI, possono migliorare la qualità della vita delle persone in svariati modi: fornendo assistenza nella gestione del tempo, nell’organizzazione delle attività quotidiane, nella comunicazione con gli altri, nell’apprendimento di nuove competenze e nell’accesso a informazioni utili. Su questo aspetto Renzo Marrazzo ci ha risposto:
“Ci sono AppAI che possono aiutare le persone con disabilità a comunicare utilizzando la voce o il linguaggio dei segni; ad apprendere nuove competenze, come lingue straniere, matematica, scienze e molto altro ancora. Altre che possono fornire informazioni utili su una vasta gamma di argomenti, come la salute, il benessere, le notizie, la cultura, lo sport e molto altro ancora”.
E rispetto al mondo del lavoro?
«Da una parte si teme che l’adozione di tecnologie AI possa causare la perdita di posti di lavoro, soprattutto per le professioni automatizzate, anche se ci sono studi che indicano come l’adozione di tecnologie AI potrebbe creare nuovi posti di lavoro e migliorare la produttività. Dall’altra parte, c’è la preoccupazione che le tecnologie AI possano perpetuare o addirittura amplificare le disuguaglianze esistenti, come la discriminazione basata sull’età, il genere o la razza».
E ancora, Marrazzo aggiunge la sua opinione anche su quello che riguarda altri due temi spinosi, legati all’intelligenza artificiale, come la sicurezza e la privacy.
“In generale, è importante considerare sia i benefici che i rischi delle tecnologie AI nel mondo del lavoro e adottare misure per mitigare i rischi e sfruttare al meglio i benefici. Ciò può includere la formazione e la riqualificazione per le professioni che potrebbero essere colpite dall’automazione, nonché la creazione di standard etici e di protezione dei dati per garantire che le tecnologie AI siano utilizzate in modo responsabile e rispettoso dei diritti umani“.
Ecco, a questo punto non vi resta che andare sull’App Store e scaricare l’app PeperoniAI e metterla alla prova. E poi, se volete, fateci sapere cosa ne pensate.
[…] alla sua (Lambda), come pure Amazon. Sono arrivati da poco anche gli italiani, con PeperoniAI, “rivolto a chi non ha dimestichezza con la parola scritta ma ha necessità di farsi […]