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Twitter, sempre più concreta l’idea di un servizio in abbonamento

Si fa sempre più concreta l’idea che Twitter possa dare vita ad un servizio a pagamento. TweetDeck potrebbe trasformarsi in servizio in abbonamento, ma ci sono altre strade.

Si fa sempre più concreta l’idea che Twitter possa dare vita ad un servizio a pagamento. Certo, non si tratta proprio di una novità, è da quattro anni almeno che si parla di rendere TweetDeck a pagamento. Ma, dopo le rivelazioni di Bloomberg, tutto sembra andare verso una direzione più concreta. E ricorderete che l’ultima volta che è venuta fuori l’idea di un qualche servizio a pagamento è stato proprio la scorsa estate, quando si scoprì la nascente (forse) piattaforma in abbonamento, con nome in codice “Gryphon”.

Quello che riporta Bloomberg è un altro progetto, in abbonamento, nome in codice stavolta “Rogue One“, e l’idea sarebbe quella di ricorrere al “tipping”, ossia piccoli pagamenti che permetterebbero agli utenti di fruire di un servizio premium oppure di poter accedere a contenuti più approfonditi e di qualità. La strada sempre aperta, come dicevamo prima, sarebbe poi quella di offrire TweetDeck con servizi più avanzati, come la possibilità di annullare un invio o anche la possibilità di poter personalizzare il proprio profilo con features aggiuntive.

twitter servizio abbonamento franzrusso.it

Nel dettaglio, nel caso in cui si dovesse prendere in considerazione l’idea di aggiungere nuove funzionalità e possibilità di personalizzazione, si potrebbero considerare le possibilità che gli utenti avevano indicato a Twitter, tra le quali:

  • la possibilità di avere un bottone “annulla invio” per annullare il tweet entro 30 secondi;
  • colori personalizzabili, per app e web;
  • personalizzazione del badge profilo;
  • possibilità di pubblicare tweet video più lunghi;
  • specificare i ruoli degli utenti, quindi diversificare gli account in “account personali” e “account business”;
  • hashtag personalizzati;
  • possibilità di avere sempre meno pubblicità;
  • modificare il tweet (questa la aggiungiamo noi, era già emersa in una conversazione con Jack Dorsey nel 2017).

Ora, resta davvero il caso di chiedere se davvero qualcuno sarebbe disposto a pagare per avere una versione più completa di TweetDeck, piattaforma comunque popolare tra i social media manager.

Twitter è quindi di nuovo alle prese con il dilemma se, o meno, ricorrere ad un servizio a pagamento, in modo tale da essere più autonoma, con una base più solida (quindi meno in balìa dei mercati), ma senza scontentare gli inserzionisti e gli azionisti. Gli inserzionisti sarebbero disposti ad accettare nuove forme, purché non venga ridotta loro la possibilità di fare advertising. Gli azionisti invece cercano nuove forme di business per cercare di rilanciare la società che vive comunque una situazione di stallo.

Twitter starebbe lavorando ad una piattaforma in abbonamento

Come abbiamo sempre sostenuto, Twitter vive una situazione societaria non proprio ottimale. Jack Dorsey è sempre nel mirino, colpevole di essere “assente” dalla vita aziendale, per dedicarsi invece all’altra società, Square, situazione in cui molti analisti vedono un “conflitto di interessi”. Negli Usa sono tanti quelli che sperano in una cacciata di Dorsey dal ruolo di CEO, in questi giorni è montata anche un’altra polemica, e cioè che Dorsey, rispetto ai suoi colleghi CEO, è quello che parla meno nelle call di presentazione dei dati finanziati trimestrale: solo il 6% delle parole dette in quell’occasione. I CEO di Facebook, Google e Apple sono tutti su un valore pari al 46%. Curiosamente, si nota come, nelle call di Square, Dorsey abbia uno spazio pari al 25%, molto più alto di quello per Twitter.

Twitter è quindi alla ricerca di una forma di reddito che la renda più autonoma, proprio mentre altre piattaforme si pongono questo tema e proprio nel momento in cui ha acquisito Revue, servizio di newsletter che potrebbe avere un tasto di adesione già all’interno del profilo Twitter, anche a pagamento (idea fino a questo momento non confermata).

Sempre nell’ordine delle idee, c’è chi proporrebbe di rendere a pagamento i profili con più di 200 mila follower, in virtù del pubblico che Twitter mette a disposizione di questi profili.

Ma l’idea di creare strade alternative agli annunci pubblicitari insidia anche altre piattaforme. Abbiamo visto che anche Clubhouse intende offrire qualcosa in questa direzione, TikTok grazie alla partnership con Shopify permetterà alle aziende di vendere prodotti direttamente dall’app.

Mentre scriviamo il titolo TWTR guadagna quasi il 2% a Wall Street.

[UPDATE]

Il titolo ha chiuso a +2,5%, segno che i mercati approverebbero un modello di business della società che considererebbe qualche servizio in abbonamento.

Insomma, Twitter potrebbe dare vita, sul serio, ad una qualche forma di servizio in abbonamento. Voi che ne pensate?

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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