web analytics
back to top

Spotify è pronta per Wall Street ma Wixen Music la cita per 1,6 miliardi di dollari

Secondo quanto diffuso da Axios, Spotify è ormai pronta ad entrare a Wall Street e ad avviare la sua IPO nei primi tre mesi del 2018. Una notizia che era nell’aria da tempo, ma che trova conferma ora nella documentazione consegnata alla SEC nei giorni scorsi. Intanto l’azienda di Daniel Ek deve affrontare una citazione per danni da 1,6 miliardi da parte della Wixen Music per violazione di del diritto d’autore.

Sono almeno quattro anni che si parla di Spotify e del suo ingresso a Wall Street. E negli ultimi anni la IPO era pronta per essere lanciata, ma poi non partiva mai. Ma adesso le cose sembrano aver preso una strada concreta. Infatti, secondo quanto riportato da Axios poco fa, Spotify ha, nei giorni scorsi, consegnato la documentazione necessaria presso la SEC (la Consob italiana) e tali documenti restano ancora segreti. Il sito prova a ipotizzare che la IPO (l’Offerta Iniziale di Acquisto) potrebbe essere avviata entro i primo trimestre del 2018.

Ad assistere l’azienda di Daniel Ek ci sarebbero Morgan Stanley, Goldman Sachs e Allen & Co. Intanto si profila una iscrizione alla IPO in maniera “non convenzionale” e questo, secondo Axios, potrebbe creare un precedente nel mondo in cui le aziende potranno entrare a Wall Street nel prossimo futuro. Questa modalità infatti, definita “iscrizione diretta”, non prevede il classico road show, anche se la tempistica non dovrebbe cambiare. Non ci sono comunque conferme ufficiali da parte di Spotify, anche se la notizia ormai sta facendo il giro del mondo.

spotify IPO wixen music

Ma oggi Spotify è stata al centro dell’attenzione per un altro motivo. E’ notizia di oggi infatti che la Wixen Music, azienda fondata nel 1978 che gestisce i diritti di artisti del calibro di Neil Young, Tom Petty, Beach Boys, Missy Elliott, Doors e Janis Joplin, ha citato l’azienda della musica in streaming per aver usato migliaia di brani senza averne i diritti di riproduzione e senza pagare quanto dovuto. Secondo quanto si legge nei documenti depositati venerdì scorso presso un tribunale della California, Spotify avrebbe messo a disposizione dei suoi utenti (oltre 50 milioni gli abbonati al servizio) canzoni senza invece averne il diritto di farlo. Si parla di brani come “Light My Fire” dei Doors o “Free Fallin'” di Tom Petty, per citarne solo un paio. Il danno richiesto dalla Wixen Music è di 1,6 miliardi di dollari. Ma questa non è la sola citazione di Spotify.

L’azienda svedese nel mese di maggio dello scorso anno si è accordata per un pagamento da 43 milioni di dollari volto a evitare una class action capitanata dagli autori David Lowery e Melissa Ferrick. A luglio, invece, sempre per via dei diritti sono arrivate le cause di due editori musicali di Nashville, Rob Gaudino e Bluewater Music.

author avatar
Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

InTime Blog Newsletter

Abbonati alla newsletter e resta aggiornato su articoli e approfondimenti 

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Scrivimi

Se ti piace quello che scrivo e se vuoi conoscermi meglio, clicca il bottone qui di fianco.

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

martedì, 16 Aprile, 2024

Ultimi articoli

InTime Podcast

spot_img

Articoli correlati
Related

Cosa è Trash, l’app per creare video musicali con l’Intelligenza Artificiale

Trash e “TRASH for Artists”, le app per creare con l'intelligenza artificiale video musicali professionali ad alto impatto visivo, da condividere sui social

Anche la Musica sposa le Stories, ecco come fare da Tidal e Spotify

La musica si affaccia sempre più prepotentemente sulle Stories. E così, a distanza di pochi giorni, Tidal, prima, e Spotify, dopo, annunciano la possibilità di condividere musica dalle app direttamente sulle stories. Tidal su entrambe le modalità e Spotify adesso anche sulle Facebook Stories.

Addio musical.ly: ecco Tik Tok, piattaforma video da 700 milioni di utenti

Se vuoi competere per un obiettivo comune allora è meglio mettersi insieme. Con questo spirito Bytedance, azienda cinese che sviluppa piattaforme video, ha pensato bene di unire al controllata musical.ly, piattaforma molto usata dai giovanissimi con 200 milioni di utenti, insieme a Tik Tok, altra piattaforma di video musicali, dello stesso gruppo, con 500 milioni di utenti. La nascente piattaforma mantiene il nome Tik Tok.

YouTube Music disponibile in Italia anche nella versione Premium. Si apre la sfida a Spotify

YouTube lancia la sfida a Spotify e da oggi YouTube Music e YouTube Music Premium sono disponibile anche in Italia. Dopo il lancio del mese scorso in Usa e in altri quattro paesi, il servizio di musica in streaming, quindi non solo in video, viene reso disponibile in altri 11 paesi. YouTube Music è disponibile nella versione gratuita e in quella a pagamento a partire da 9,99 euro al mese.