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Twitter e lo shopping natalizio, alcuni dati e consigli per le PMI

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Più del 50% degli utenti dichiara di essere influenzato nelle decisioni di acquisto dai contenuti visti su Twitter e il 69% ha effettuato poi un acquisto. Sono questi alcuni dati di un sondaggio che dimostrano il valore di Twitter negli acquisti. E visto il periodo dello shopping natalizio ecco alcuni consigli per le aziende, per ottimizzare al meglio questa opportunità

Siamo ormai in pieno periodo natalizio e ci si prepara al meglio per affrontare questo periodo. Oggi vi proponiamo questi interessanti risultati, con qualche consiglio, che riguardano Twitter, la piattaforma a 140 caratteri che negli ultimi mesi sta dimostrando di voler agganciare il trend degli acquisti. Basti pensare agli esperimenti con il tasto Buy e con il recente esperimento con Twitter Offers, un’idea che sembra essere più che un semplice test. Twitter, come anche altre piattaforme del resto, sa che gli utenti stanno dimostrando di muoversi in questa direzione, cioè in quella di poter concretizzare gli interessi che si condividono acquistandoli. Una tendenza questa che vedremo concretizzarsi  meglio in tutto il 2015.

Ebbene, è interessante sapere che oltre il 50% degli utenti afferma di essere direttamente influenzato nelle decisioni d’acquisto dai contenuti visti su Twitter. Di recente Twitter, in collaborazione con la società di ricerche Millward Brown, ha esplorato il ruolo della piattaforma all’interno del processo d’acquisto. A questo proposito è stato realizzato un sondaggio a livello europeo fra i consumatori che usano Twitter almeno una volta al mese e che sono soliti fare shopping natalizio. I risultati sono decisamente interessanti.

Per le piccole imprese, Twitter può importante soprattutto per dare impulso alle vendite. Il sondaggio ha rilevato che il 69% degli utenti ha effettuato un acquisto perché direttamente influenzato da un contenuto visto su Twitter. Inoltre, i consumatori usano Twitter come strumento di shopping, e il trend è in crescita. Il 28% del campione dichiara di avere intenzione di usare Twitter per lo shopping natalizio di quest’anno, mentre il 78% dei consumatori afferma di voler fare acquisti presso esercizi commerciali più piccoli durante le prossime feste.

Le persone usano Twitter per accedere a nuove informazioni su argomenti di loro interesse, e lo shopping natalizio è uno di questi. Per gli utenti Twitter la scoperta di contenuti relativi allo shopping di Natale può  avvenire in vari modi: dal vedere nella propria timeline un Tweet che cita uno specifico negozio alle conversazioni sui saldi di stagione. E gli utenti Twitter non solo scoprono queste nuove informazioni, ma, a quanto pare, ne approfittano anche. Infatti, più della metà degli utenti Twitter ha effettuato un acquisto in base a qualcosa che ha visto sulla piattaforma.

La piattaforma da 140 caratteri, in occasione dell’imminente shopping natalizio, ha elaborato alcuni consigli da seguire, rivolti per lo più ad aziende di piccole dimensioni, le PMI. Consigli che possiamo comunque tenere a mente anche per altre strategie in generale:

Pianificare i momenti da prevedere in anticipo: è sufficiente dare uno sguardo alle prossime festività del mese di dicembre per rendersi conto delle opportunità che si possono cogliere facendo un minimo di pianificazione, senza dimenticare le feste di fine e di inizio anno;

Twittare contenuti interessanti: condividere contenuti interessanti è un modo per aumentare la propria base di utenti entrando in contatto con persone interessate alla vostra attività. Meglio se condividete contenuti multimediali, come i video, immagini e grafici che catturano quasi immediatamente l’attenzione degli utenti. Allo stesso modo, vale la pena di condividere contenuti esclusivi e magari provate a rispondere alle richieste e alle esigenze del vostro pubblico, Twitter da questo punto di vista funziona molto bene. Specie in un periodo come le feste natalizie.

L’importante è Interagire: twittare significa conversare e per conversare si intende rispondere agli utenti che reagiscono ai vostri tweet. E’ senza dubbio una buona pratica quella di dare seguito all’attenzione rivolta dagli utenti ai contenuti che condividete, magari con l’aggiunta di un hashtag dedicato alla vostra campagna che vi aiuterà a distinguervi meglio;

Curare i dettagli: i vostri utenti sono già sopraffatti da tante proposte e da tweet che propongono già tante possibilità di scelta, meglio quindi pianificare i contenuti curandone i dettagli cercando di proporre contenuti che siano davvero rilevanti per i vostri utenti/followers. Importante è che i vostri contenuti siano per loro un valore aggiunto.

Allora che ne pensate? Anche voi siete tra gli utenti che sono interessati all’acquisto direttamente dai tweet?

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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2 Commenti

  1. Mi permetto di aggiungere una riflessione, con l’intento di favorire le PMI che vorranno farsi ispirare dai tuoi consigli e mantenere, così, un approccio costruttivo sui social media.
    Lo scopo del posizionamento dei contenuti online dell’impresa è sì quello di influenzare positivamente i consumi dei propri utenti, favorendo gli interessi del proprio brand, ma questo, secondo me, non avviene solo scegliendo strategicamente i momenti opportuni (ad esempio, contenuti specifici in base alle festività in corso) o i luoghi più rilevanti verso le “tribù” di riferimento (ad esempio, gruppi di influenza del proprio settore), ma anche attraverso un comportamento di produzione dei prodotti e servizi offerti che sia coerente con i veri bisogni delle persone e con la società nel suo insieme, dal momento che la Comunicazione ha il potere di influenzare il pensiero degli utenti.
    In ottica di branding, oggi non basta “creare il bisogno” e poi colmarlo con le proprie proposte – spesso facendolo per il rotto della cuffia solo per sfuggire ad una crisi economica che prescriverebbe fuori mercato certi tipi di fare impresa- ma in questo momento storico bisogna assolutamente favorire un bisogno più grande, quello del cambiamento dei modelli industriali, logistici e di consumo che stanno ammazzando le stesse PMI e che appunto, per sopravvivere, si piegano alla logica della GDO e della più brutta globalizzazione, chiedendo ai propri consumatori di sposare un modello di business che paradossalmente sfavorisce entrambi, sia gli interessi di lungo termine dell’impresa che il potere d’acquisto del consumatore. Ne sono esempi, in Italia, grandi marchi come Barilla o Coop e tanti altri che hanno ben capito quanto sia importante saper comunicare attraverso gli strumenti di social networking, utilizzando ogni buon pretesto, anche in materia di innovazione, per ben parlare e proporsi sulla scena. Dimenticando, però, che purtroppo la loro comunicazione è ancora troppo simile al vecchio modello pubblicitario del “purchè se ne parli”, basato sui contenuti ipocriti e politiche aziendali quantomeno discutibili.
    Le imprese italiane sono in grande maggioranza medio-piccole, nascono sul modello familiare e producono direttamente i beni che poi vendono. Esse sono in gran parte attive nel made in Italy e operano soprattutto nei settori agroalimentare, tessile, artigianale in generale, nei quali i grandi marchi di produzione e distrubuzione detengono quasi un monopolio, imponendo prezzi e condizioni. Ecco perchè si può affermare senza problemi che l’interazione con loro, anche se tecnicamente fatta bene, in questi casi è essenzialmente falsata.
    In merito al “l’importante è interagire” aggiungo quindi che di questi tempi, grazie a consumatori e utenti sempre più consapevoli e attenti ai consumi, è ancora più importante farlo con autenticità, spiegando le scelte aziendali, non sponsorizzando contenuti falsi o poco credibili, informando in maniera attendibile il proprio pubblico e proponendosi non solo come venditori di un bene, ma anche come una voce in capitolo che, grazie alla sua comunicazione, saprà favorire sia la propria azienda che tutto il sistema economico nel suo insieme.
    Sono convinta che tutte le pmi italiane, in questa maniera, riusciranno a mettere in un angolo molti grandi gruppi industriali a cui sta poco a cuore il bene del consumatore e della società che, con il loro modo di fare marketing, sviliscono una delle attività più belle dell’impresa , che è proprio quella di comunicare qualcosa. Siate autentici, siate concreti, andate oltre il mito dei grandi marchi. È questa la comunicazione vincente al tempo dei social media.

  2. Grazie Rosanna, condivido in pieno ogni tua parola. Il tuo contributo arricchisce il contenuto affrontato per linee generali, ma il tuo punto di vista è assolutamente vero. Speriamo solo che, al di là dei periodi come può essere questo appunto, le PMI sappiano cogliere l’opportunità che il digitale offe loro. Staremo a vedere 🙂

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venerdì, 19 Aprile, 2024

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