Facebook, dopo le polemiche dei giorni scorsi su Instagram e adolescenti, risponde, senza convincere molto, al WSJ e Adam Mosseri, nel frattempo, annuncia la sospensione del lancio di “Instagram Kids”.
La vicenda dei documenti “riservati” di Facebook pubblicati dal Wall Street Journal, inclusi quelli che dimostravano come la società di Mark Zuckerberg fosse consapevole di quanto Instagram fosse dannoso per le adolescenti in particolare, continua a far discutere e oggi, a distanza di due settimane, c’è la risposta di Facebook.
Pratiti Raychoudhury, responsabile della Ricerca di Facebook, in un articolo pubblicato nella newsroom di Facebook, prova a spiegare il perché, invece, Instagram non sia pericoloso per gli utenti più giovani. Già, “prova” senza riuscire ad essere particolarmente convincente.
Facebook risponde al Wall Street Journal, ma senza convincere
Intanto, possiamo dire che la risposta sia tardiva, sono passate già due settimane dalla pubblicazione dei primi dati e questo la dice lunga su quanto non sia stato facile per Facebook trovare argomenti convincenti per provare a controbattere la versione del Wall Street Journal.
La Raychoudhury sottolinea nel suo articolo che quei dati erano riferiti ad un sondaggio che prevedeva un pubblico molto ridotto, circa 40 rispondenti e che, di conseguenza, quei dati non corrispondono a verità. Infatti sarebbe un numero insignificante di fronte a più di 1,5 miliardi di utenti che usano Instagram. E ancora, la responsabile della Ricerca di Facebook difende il fatto che quei dati fossero rivolti a “conversazioni interne sulle percezioni più negative degli adolescenti di Instagram“.
Come ricorderete, i dati pubblicati dal WSJ, sempre riferiti alla ricerca interna di Facebook, riportavano anche una frase, su cui si è molto discusso, come questa: “Peggioriamo i problemi di immagine corporea per una ragazza adolescente su tre“. Su questa frase, la Raychoudhury puntualizza che quello fosse una considerazione riferita solo ad una delle 12 aree più critiche emerse dall’indagine. “L’immagine corporea è stata l’unica area in cui le ragazze adolescenti che hanno riferito di aver lottato con il problema hanno detto che Instagram ha peggiorato la situazione rispetto alle altre 11 aree“, sostiene Pratiti Raychoudhury nel suo articolo.
Peccato, la risposta di Facebook, per mano della Raychoudhury, non è convincente per nulla, anzi, suona molto come un’occasione sprecata per fare chiarezza su un tema molto sentito dai più giovani che non può essere sminuito sostenendo che sia solo una parte delle considerazioni da affrontare. Intanto esiste e va affrontato con l’attenzione che merita, invece che ridurlo solo come un numero.
Instagram mette in pausa Instagram Kids
Ma, sempre nella stessa giornata, arriva anche la comunicazione di Adam Mosseri, cioè il capo di Instagram che in un post sul blog ufficiale di Instagram dichiara di mettere in pausa il progetto di Instagram Kids, la versione dell’app che dovrebbe rivolgersi ad un pubblico al di sotto dei 13 anni.
“Pur sostenendo la necessità di sviluppare questa esperienza – scrive Adam Mosseri – abbiamo deciso di mettere in pausa questo progetto. Questo ci darà il tempo di lavorare con genitori, esperti, responsabili politici e autorità di regolamentazione, per ascoltare le loro preoccupazioni e dimostrare il valore e l’importanza di questo progetto online per i giovani adolescenti di oggi“.
We’re pausing “Instagram Kids”, although we believe building it is the right thing to do. More here: https://t.co/bwCyUn97So
— Adam Mosseri 😷 (@mosseri) September 27, 2021
This experience was never meant for kids. We were designing an experience for tweens (10-12yo), and it was never going to be the same as Instagram today. Parents approve tween accounts and have oversight over who they follow, who follows them, who messages them, time spent etc.
— Adam Mosseri 😷 (@mosseri) September 27, 2021
But the project leaked way before we knew what it would be. People feared the worst, and we had few answers at that stage. Recent WSJ reporting caused even greater concern. It’s clear we need to take more time on this.
— Adam Mosseri 😷 (@mosseri) September 27, 2021
Questa la sua comunicazione ufficiale, anche se poi in un video su Instagram e in una serie di tweet se la prende un po’ coi media, per aver frainteso il vero scopo dell’app. “Non è stata mai pensata per i più piccoli (riferendosi a Instagram Kids) ma per i tweens“. Per tweens si intende quella fascia di età generalmente compresa tra i 9 e i 13 anni.
L’idea di Instagram sarebbe quindi quella di creare, attraverso Instagram Kind, un app più sicura adeguata ad utenti più giovani. In realtà, sin dall’annuncio, non sono mai mancate le critiche a questa idea che, di fronte al caso sollevato dal Wall Street Journal, adesso è costretto a fermarsi.
Risulta quanto mai evidente che Facebook non prende in considerazione i dati per come sono in realtà, eludendo questioni molto precise come il fatto che Instagram induca una situazione di disagio per i più giovani, e, in secondo luogo, sminuendo il numero delle persone a cui fanno riferimenti i dati diffusi dal WSJ, non fornisce un numero di persone che solitamente vengono sollecitate a rispondere a dei questionari aziendali.
Infine, la sospensione del lancio di Instagram Kids, volente o nolente, dimostra che un problema da risolvere Instagram, come pure Facebook, ce l’ha. Eccome.