back to top

La Commissione UE multa Apple e Meta in violazione del DMA

La Commissione UE ha inflitto una multa ai due colossi Apple e Meta per aver violato il DMA. Un caso che potrebbe rendere ancora più accese le relazioni tra Usa e UE.

La Commissione Europea ha inflitto oggi una sanzione a due dei più grandi colossi tecnologici Usa.

Apple e Meta sono state multate rispettivamente per 500 milioni e 200 milioni di euro per aver violato il Digital Markets Act (DMA), la nuova normativa dell’UE pensata per garantire maggiore equità e trasparenza nei mercati digitali.

E questa volta, si tratta della prima vera multa ufficiale per mancato rispetto delle regole del DMA.

L’indagine era stata avviata nel marzo 2024.

La Commissione UE multa Apple e Meta in violazione del DMA
La Commissione UE multa Apple e Meta in violazione del DMA

Perché Apple e Meta sono multate dalla UE

Nel comunicato ufficiale rilasciato dalla Commissione Europea, si legge che Apple e Meta non avrebbero rispettato l’obbligo previsto dal DMA di offrire agli utenti europei “un servizio equivalente che utilizzi meno dati personali”.

Un obbligo non accessorio, ma centrale nel nuovo impianto normativo, che mira a riequilibrare il rapporto tra i cosiddetti gatekeeper (i grandi intermediari digitali) e gli utenti finali.

Secondo l’analisi della Commissione, Apple avrebbe ostacolato gli sviluppatori nell’informare gli utenti su opzioni di pagamento alternative all’App Store. Ma soprattutto non avrebbe offerto una scelta chiara agli utenti su un sistema che tratti meno i loro dati personali.

Meta, dal canto suo, avrebbe violato lo stesso principio nella recente introduzione dell’abbonamento no ads, che non offrirebbe in modo adeguato un’alternativa che non comporti l’uso estensivo dei dati.

Cos’è il DMA e perché è importante

Il Digital Markets Act è entrato in vigore nel novembre 2022, ma ha iniziato a produrre effetti concreti solo da marzo 2024, quando è entrato in piena applicazione.

Si tratta di una normativa ambiziosa con cui l’Unione Europea mira a regolamentare l’attività dei grandi attori digitali – designati ufficialmente gatekeeper – imponendo loro obblighi chiari in materia di interoperabilità, trasparenza e protezione dei dati personali.

La logica alla base del DMA è semplice. Se pochi attori dominano il mercato digitale europeo, devono rispettare regole più severe per evitare comportamenti anticoncorrenziali e garantire agli utenti finali maggiore libertà di scelta.

In questo contesto, le sanzioni di oggi segnano una svolta. Si tratta delle prime multe effettive basate proprio sulle violazioni del DMA, e potrebbero aprire la strada a un confronto ancora più acceso tra Bruxelles e le big tech americane.


Teresa Ribera
Teresa Ribera

“Le decisioni odierne inviano un messaggio forte e chiaro. Il Digital Markets Act è uno strumento cruciale per liberare potenziale, scelta e crescita, garantendo agli operatori digitali la possibilità di operare in mercati contendibili ed equi. Protegge i consumatori europei e crea condizioni di parità. Apple e Meta non hanno rispettato il DMA”. Sono le parole a commento di Teresa Ribera, Vicepresidente Esecutiva per una Transizione Pulita, Giusta e Competitiva


Le tensioni geopolitiche e l’ombra di Trump

La notizia arriva in un momento già teso nelle relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea. I dazi introdotti recentemente dagli USA su alcune esportazioni europee – e le possibili contromisure da parte dell’UE – hanno acceso un clima di scontro commerciale che si intreccia sempre di più con la regolamentazione del digitale.

Proprio in questo clima, Meta – così come altre grandi aziende tecnologiche – avrebbe chiesto nelle ultime settimane l’intervento di Donald Trump, in vista delle elezioni presidenziali USA, affinché eserciti pressione sull’UE per ammorbidire l’applicazione del DMA.

Una mossa che, se confermata, suggerisce un’escalation non solo economica, ma anche politica, nel rapporto tra Bruxelles e Silicon Valley.

Non è un mistero che le big tech abbiano sempre mal digerito l’idea di una regolamentazione europea autonoma. Ma l’approccio dell’UE, soprattutto in ambito digitale, è oggi più determinato che mai.


Henna Virkkunen
Henna Virkkunen

“Consentire la libera scelta di aziende e consumatori è al centro delle norme stabilite dal Digital Markets Act. Ciò include garantire che i cittadini abbiano il pieno controllo su quando e come i loro dati vengono utilizzati online e che le aziende possano comunicare liberamente con i propri clienti. Le decisioni adottate oggi dimostrano che sia Apple che Meta hanno privato i propri utenti di questa libera scelta e sono costrette a modificarne il comportamento. Abbiamo il dovere di proteggere i diritti dei cittadini e delle imprese innovative in Europa e mi impegno pienamente per raggiungere questo obiettivo”.

Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutivo per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia


Cosa potrebbe succedere adesso

Le sanzioni comminate oggi rappresentano un segnale forte e inequivocabile. L’Unione Europea è disposta ad applicare il DMA fino in fondo.

Apple e Meta, con 60 giorni di tempo per adeguarsi, potrebbero fare ricorso, certo, ma difficilmente questo rallenterà la macchina regolatoria europea. Anzi, è probabile che altre indagini, tuttora in corso, possano portare presto a ulteriori sanzioni nei confronti di Alphabet (Google), Amazon e TikTok.

Dal canto loro, gli Stati Uniti potrebbero interpretare questo come un attacco diretto alle aziende americane, alimentando le frizioni commerciali in corso.

E con Trump alla Casa Bianca, la questione DMA potrebbe diventare uno dei nodi più delicati nelle relazioni transatlantiche.

Insomma, ci troviamo al primo vero banco di prova dell’efficacia del Digital Markets Act. È anche una dimostrazione che l’UE, almeno sul fronte della regolamentazione digitale, non ha intenzione di restare a guardare.

Vedremo come si svilupperà questa vicenda nei prossimi giorni.

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

InTime Blog Newsletter

Abbonati alla newsletter e resta aggiornato su articoli e approfondimenti 

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Scrivimi

Se ti piace quello che scrivo e se vuoi conoscermi meglio, clicca il bottone qui di fianco.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli

InTime Podcast

spot_img

Articoli correlati
Related

Meta Q3 2025, si punta tutto su IA e superintelligenza

I numeri del Q3 di Meta mostrano come la società di Zuckerberg sia ormai orientata verso l’intelligenza artificiale. Anzi, verso la superintelligenza: investimenti e infrastrutture puntano a un’intelligenza superiore firmata Meta.

Il down di AWS e l’importanza del Cloud nell’era della IA

Il 20 ottobre 2025 un grave disservizio AWS ha paralizzato centinaia di servizi globali. Un blackout DNS che rivela la dipendenza digitale da pochi player e l’impatto dell’IA sul cloud.

Come l’algoritmo di X sarà gestito dalla IA Grok entro poche settimane

Elon Musk ha fatto sapere che l'algoritmo di X si poggerà interamente sulla IA Grok. I contenuti verranno quindi gestiti dall'intelligenza artificiale, così come accade su altre piattaforme. Vediamo in che modo tutto questo avverrà e cosa comporterà.

LinkedIn, la piattaforma preferita dai Social Media Manager nel 2025

Per la prima volta LinkedIn diventa la piattaforma preferita dai Social Media Manager, superando Instagram. L’indagine francese 2025 riporta anche Facebook a chiudere il podio. In crescita TikTok. Ecco tutti i dati.