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Clubhouse riceve nuovi finanziamenti, ma ora arriva Facebook

Clubhouse riceve un nuovo round di finanziamenti facendo lievitare il valore della società a 4 miliardi di dollari. Ma oggi nel panorama delle audio room si affaccia anche Facebook.

Avevamo anticipato qualche giorno fa la notizia, ma ora arriva la conferma ufficiale. Clubhouse ha ricevuto un nuovo round di finanziamenti, di serie C, che permetterà alla società di Paul Davison e Rohan Seth di “attrarre nuovi utenti, scalare la nostra infrastruttura e raddoppiare il nostro supporto ai creator”, si legge sul sito dell’app di social media audio. Questo finanziamento, più ambito per le società che puntano a confermare il proprio progetto di business, permetterà a Clubhouse di raggiungere il valore di 4 miliardi di dollari, quella stessa cifra che Twitter, secondo le indiscrezioni riportate qualche giorno fa, era ormai pronta a pagare 4 miliardi di dollari pur di accaparrarsi l’app del momento.

Come già accaduto per il finanziamento del mese di gennaio di quest’anno, a guidare al cordata degli investitori c’è Andrew Chen di a16z, con la partecipazione di investitori come DST Global, Tiger Global e Elad Gil. Questo nuovo round, oltre a far lievitare il valore della società, permetterà a Clubhouse di essere più scalabile, vale a dire di saper affrontare un processo di crescita più strutturato, puntando tutto sul programma di accelerazione per i Creator, denominato “Creator First”, programma che permette ai Creator di essere pagati e a Clubhouse di scoprire nuove figura su cui investire.

Clubhouse finanziamenti facebook franzrusso.it

Facebook e la sua idea di social audio

Ma la notizia del nuovo investimento ricevuto da Clubhouse viene, quasi allo stesso tempo, accompagnata da un’altra notizia che sta ricevendo, giustamente, molta attenzione, perché si sa, quando c’è di mezzo Facebook l’attenzione sale.

E infatti, secondo quanto riporta Vox-Recode, la società di Mark Zuckerberg è ormai pronta per lanciare, praticamente oggi, una serie di prodotti catalogabili sotto l’etichetta “social audio”.

Poco più di due mesi fa era stato proprio il New York Times a riportare, secondo alcune fonti interne alla società di Menlo Park, che Facebook stava proprio lavorando ad un prodotto che potesse competere con Clubhouse, visto il grande successo riscontrato dall’app social media audio, dalla fine dello scorso anno in poi.

Quello che si sa oggi è che Facebook vuole trasformare Room, lo strumento di video chat lanciato lo scorso anno in piena pandemia, in un luogo in cui dare vita a stanze solo in audio. Di fatto, un prodotto analogo a Clubhouse. Un altro prodotto, sempre “Clubhouse-like”, che permetterà a gruppi di persone di interagire con gli speaker all’interno di un “palco virtuale”. Un altro prodotto che permetterà agli utenti di registrare brevi messaggi vocali e di condividere all’interno del proprio newsfeed. E poi un prodotto collegato a Spotify dedicato ai podcast.

Be Heard: Bringing Social Audio Experiences to Facebook

Non è chiaro se tutti i prodotti verranno lanciati oggi, ma da quello che si vede, la trasformazione di Rooms potrebbe essere quella più accreditata a contrastare Clubhouse, ameno in questa fase iniziale. Staremo a vedere.

Questa notizia conferma il fatto che Mark Zuckerberg vuole fare sul serio per quanto riguarda le chat audio e non vuole l’occasione in un momento in cui la luce di Clubhouse sembra quasi offuscarsi. I segnali di un rallentamento dell’app social audio per eccellenza sono ormai evidenti e questo annuncio di Facebook potrebbe complicare le cose, proprio quando viene annunciato un nuovo round di finanziamenti.

Clubhouse rallenta la sua corsa

Clubhouse paga il fatto di essere ancora molto limitata, ricordiamo che può essere solo usata da dispositivi iOS, mentre l’87% del mercato mobile è in mano ad Android. Impossibile pensare che questo dato non abbia conseguenze, anche per il fatto che la società, dopo l’annuncio dei 10 milioni di download, di cui 435 mila in Italia, non ha più aggiornato i dati.

Clubhouse perde slancio e i download sono ormai in caduta libera

E poi, la concorrenza non è rimasta a guardare. Twitter sta ormai estendendo Twitter Spaces sempre di più, continuando a rendere disponibile la funzionalità che permette di creare spazi in audio ad un numero sempre più crescente di utenti. LinkedIn è ormai pronta a lanciare la sua versione di audio rooms, così come Spotify.

Insomma, creare in continuo contenuti in audio non è facile e Clubhouse è nata solo per quella forma di contenuto. Una problematica, se vogliamo definirla in questo modo, che le altre piattaforme come Twitter, Facebook o LinkedIn non avranno, in quanto il formato audio si andrà ad unire al formato testuale e a quello visual, offrendo all’utente più possibilità per esprimersi al meglio.

Di sicuro, Clubhouse non è finito ma si può dire che non riceve più l’attenzione che riceveva a fine dello scorso anno.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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