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Elon Musk e Twitter, accordo in bilico su spam e bot

Il Washington Post, secondo alcune fonti, riporta che l’accordo di acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk sarebbe ormai in pericolo. Il destino di Twitter è sempre più legato al fondatore della Tesla.

Proprio ieri pomeriggio, ora italiana, quando negli Usa stavano aprendo i mercati, Twitter aveva ribadito che gli account spam/bot sulla piattaforma fossero “ben al di sotto del 5%“. Una dichiarazione che aveva provocato un balzo in avanti del titolo TWTR a Wall Street. Tutto faceva pensare che sarebbe stata una buona giornata. E invece…

Invece a tarda sera, sempre ora italiana, è arrivata la soffiata del Washington Post, giornale di proprietà di Jeff Bezos, il quale citando alcune fonti vicine al team di Elon Musk, riportava che l’accordo di acquisizione di Twitter da parte del fondatore della Tesla è ormai in bilico. Sempre sulla questione degli account spam/bot.

Come sapete, dopo aver dichiarato di voler andare a fondo sulla vicenda dei bot sulla piattaforma da 280 caratteri, Elon Musk si era preso del tempo per vederci chiaro. In qualità di acquirente, sulla base dell’accordo di acquisizione della società di San Francisco per 44 miliardi di dollari, aveva dato incarico ad un team ai dati che Twitter, poi, gli aveva fatto avere per fare le sue verifiche. Ricordiamoci che Elon Musk sostiene che gli account spam/bot su Twitter siano al di sopra del 20%. In pratica l’intendo del suo team era quello di dimostrare che gli spa/bot fossero di più, in modo tale da tirare sul prezzo dei 44 miliardi oppure far saltare direttamente il banco.

elon musk twitter accordo bilico

E cosa è successo ieri?

Come dicevamo prima, il WP citando fonti vicine al team di Musk scrive che l’accordo sarebbe ormai in pericolo.

Il team che ha valutato i dati mandati da Twitter ha preso atto di ciò che Twitter stessa ha sostenuto proprio di fronte alla richiesta dei dati. E cioè che gli stessi dati non possono essere verificati, il processo non potrebbe “avvenire in modo sicuro”.

Questa conclusione ha quindi spento “l’entusiasmo” di Elon Musk e dei suoi creditori, ossia Larry Ellison, Andreessen Horowitz (società di venture capital), Binance (borsa di criptovalute), Fidelity e la società di investimento statale del Qatar. Le trattative e i colloqui sui finanziamenti si sono fermati, uno stop che potrebbe portare, come sostengono le fonti citate dal WP, “ad una drastica inversione” sull’accordo.

Quello che si prospettava solo un mese fa, adesso sta diventando sempre più concreto. E cioè che lo scopo vero di Elon Musk è quello di far saltare il banco perché, nel frattempo, e grazie alle sue “picconate”, il titolo ha progressivamente perso valore in borsa provocando maggiore esborso per le tasche del miliardario.

A complicare il tutto, Twitter deve fari conti anche con la situazione che si sta creando in questo limbo. La società ha licenziato il 30% del personale addetto al Recruiting. Una situazione complicata legata a quella del personale dell’intera azienda, preoccupato sin dall’arrivo di Elon Musk come azionista della propria situazione. E non sono stati pochi i manager che sono stati convinti dal CEO di Twitter, Parag Agrawal, tra cui Keyvon Beykpour e il leader dei prodotti Bruce Falck.

Ma anche appellandosi al caso della presenza di spam/bot sulla piattaforma, non sarebbe così facile per Elon Musk abbandonare l’accordo e venire meno agli impegni presi.

Certo, resta la penale da 1 miliardo di dollari che una parta deve all’altra in caso di rottura. Ma le possibilità che Elon Musk possa riuscire a fare saltare il banco per davvero sono davvero poche. Potrebbe venirne fuori una battaglia legale interminabile.

Ecco perché i suoi avvocati sono al lavoro per cercare di trovare un appiglio su cui poggiarsi, una clausola adesso negativa per il miliardario, in modo da permettere a Musk di poter lasciare Twitter al suo destino.

Già, perché come abbiamo sempre sostenuto, sin dall’inizio di questa vicenda, a perdere è sempre Twitter. Un eventuale uscita dall’accordo di acquisizione da parte di Elon Musk, sarebbe per Twitter un duro colpo. Ne uscirebbe con le ossa rotte, più debole e con meno valore. Adesso, la società è ben consapevole che il proprio destino è legato a quello di Elon Musk. Una triste verità.

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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