Secondo quando riferito dal Wall Street Journal, Facebook ha raggiunto un accordo con la FTC a proposito dell’inchiesta sullo scandalo Cambridge Analytica. L’accordo è stato raggiunto sulla base di 5 miliardi di dollari di multa e il titolo FB a Wall Street vola.
Fonti del Wall Street Journal riferiscono di un accordo raggiunto tra Facebook e FTC (Federal Trade Commission), la commissione federale per il commercio, sulla base di 5 miliardi di dollari per lo scandalo Cambridge Analytica. Se tutto venisse confermato, anche dal dipartimento di Giustizia americano, si tratterebbe della multa più salata mai pagata da una società. La più alta resta ancora quella pagata da Google alla FTC di 22,5 milioni di dollari.
Per Facebook 5 miliardi di dollari non sono poi una cifra così salata. L’azienda di Mark Zuckerberg aveva fatto sapere nelle scorse settimane, proprio mentre la FTC si apprestava a terminare la fase di indagini iniziare nel 2018, di aver accantonato 3 miliardi di dollari per quella che era una multa certa. L’accordo transattivo si sarebbe quindi fermato a 5 miliardi di dollari, votato a favore da 3 commissari repubblicani, contrari sono stati i due commissari democratici.
Si tratta quindi di un accordo, di una vera transazione, che passerà alla storia per due motivi. Il primo è che, come già ricordato, questa sarà ricordata come la multa più salata della storia, mai nessuna azienda aveva pagato un conto così salato. Il secondo è che questa multa non comporterà alcuna difficoltà finanziaria per Facebook. Prova ne è il fatto che appena diffusa la notizia dai media americani, a Wall Street il titolo FB è volato, chiudendo le contrattazioni ordinarie a +1,81%, crescendo poi dello 0,2% nell’after hours.
Insomma, i mercati hanno esultato perché si è arrivati ad una soluzione che poteva essere davvero difficoltosa per il colosso Facebook, ma così non è stato e quindi il titolo non ne risente. I mercati sanno bene che Facebook non subirà alcuna conseguenza da questa multa, per il fatto che 5 miliardi sono appena un terzo dei profitti realizzati in un trimestre dal colosso di Menlo Park.
Ed è proprio la cifra dei 5 miliardi di dollari a tenere banco negli Usa e anche nel nostro paese. Pensate che solo qualche settimana fa il Garante italiano aveva multato Facebook, per lo stesso motivo, per 1 milione di euro.
Negli Usa la polemica si è fatta aspra nei confronti di questo accordo raggiunto tra le due parti. Quest multa ha finito per incrementare il patrimonio di Zuckerberg di 5 miliardi di dollari, senza dimenticare che Facebook, come già ricordato, ha realizzato più di 15 miliardi di dollari di entrate nell’ultimo trimestre e ben 22 miliardi di utili lo scorso anno.
Pare che una condizione dell’accordo sia quella che Facebook, prima del lancio di un nuovo prodotto, dovrà dimostrare come intende utilizzare i dati degli utenti, promettendo di proteggere la privacy degli stessi. Si tratta di condizioni che, nei fatti, non impediranno a Facebook di agire come fatto finora. E tantomeno si tratta di condizioni che impediranno a Facebook di lanciare la sua valuta digitale, la Libra.
La muta di 5 miliardi verso Facebook, per quando possa fare clamore la cifra, in realtà non rappresenta quella punizione esemplare che tutti aspettavano, tutt’altro. La sensazione, così come lamentato da più parti, è che questa situazione sia soltanto una panacea che non cambia la situazione, facendo passare il messaggio che “tanto non è successo nulla, stavolta“.
Paradossalmente, Facebook ne esce meglio di quanto si potesse pensare. Chi pensava di voler “dare una lezione” a Facebook per aver violato la privacy degli utenti resterà fortemente deluso. Speriamo solo che qualcuno abbia imparato la lezione.
Già, ma qual è la lezione in questa vicenda che chi ha violato la privacy degli utenti ne esce meglio di chi è stato invece danneggiato?
[Image credits: Getty Images]
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