La recente ricerca Infosfera ci offre uno spaccato reale di quello che è l’atteggiamento degli Italiani in relazione al Digitale. Ormai il 95% degli italiani utilizza il web ogni giorno, ma c’è un dato che inquieta non poco: l’82% di esse non sa distinguere una notizia da una fake news. In aggiunta a questo dato, la ricerca rileva anche che l’87% non ritiene i social media fonti di notizie credibili.
Sul nostro blog ogni giorno cerchiamo di raccontare il nostro paese dal punto di vista digitale e di come l’Italia sta cambiando da questo punto di vista. E lo facciamo offrendo ai nostri lettori dati che hanno lo scopo di disegnare un panorama quanto mai più vicino alla realtà di tutti i giorni. Per questo, abbiamo sempre sottolineato che c’è tanto, ma tanto da fare. Ebbene, oggi vi parliamo di una ricerca che nei giorni scorsi ha fatto molto discutere per via di alcuni dati che hanno confermato che quel “c’è tanto da fare” è molto attuale, purtroppo.
La ricerca in questione è quella di Infosfera, la ricerca dell’Università Suor Orsola Benincasa, che ha indagato il mondo della comunicazione digitale, dei social media e i nuovi trend dell’informazione.
Una ricerca molto interessante che potete consultare e scaricare da questo link.
La ricerca, ricca e complessa, mette in risalto diversi punti interessanti, ma quello che su cui vogliamo, per un momento, soffermarci meglio oggi riguarda, all’interno del rapporto Italiani e Social Media, l’incapacità di riconoscere una notizia vera da una falsa. Piccolo preambolo, la ricerca mette in luce un fatto che ben si collega a questa incapacità. E cioè che gli italiani percepiscono la rete e i social media come un luogo senza limiti, nel senso che sentono di fare quello che vogliono, di informarsi “senza limiti” e di comunicare “senza limiti”. Questo è un passaggio importante che genera questa incapacità.
Il dato infatti è che il 65,46% non riesce a distinguere una fake news. Ma le percentuali crescono quando si tratta di identificare un sito web di bufale, infatti, il 78,75% non è in grado di farlo. L’82,83% non è in grado di identificare la pagina Facebook di un sito di fake news. E il 70,28% non sa distinguere un fake news su Twitter.
Ma non è tutto, perchè per l’87% degli italiani sui social media non ci sono più opportunità di apprendere notizie credibili. Quindi i social media, per la gran parte degli italiani, non sono fonti attendibili.
E su questo ci sarebbe tanto da ragionare. Prima di tutto, è sbagliato ritenere che sui social media e sulla rete sia possibile fare tutto “senza limiti”, è proprio questa percezione errata che crea poi una continua incapacità nel riconoscere il vero dal falso. Il tutto aggravato dal fatto che, essendo un luogo libero, non ci dovrebbe essere nessuno a dire come si fa. Altro grande errore. Da anni sosteniamo che è sempre necessaria una “educazione digitale” a tutti i livelli, a cominciare dalle scuole. Serve poi portare alla comprensione di tutti (che impresa) che la rete e i social media sono luoghi meravigliosi, pieni di opportunità alla portata di tutti, ma pieni di insidie. Ecco, servirebbe portare a conoscenza di tutti di che tipo di insidie si parla.
Il dato relativo alle fake news ne è la dimostrazione. Tutto passa per vero perchè non abbiamo la capacità di riconoscerlo dal falso. Spesso ci si rifugia dietro spiegazioni come “siamo bombardati da notizie” ad una velocità tale da non saper controllare il flusso. Vero, ma in realtà è possibile, anche a velocità sostenute, basta usare un po’ di attenzione in più.
In realtà gli italiani usano molto la rete: il 95% del campione, della ricerca Infosfera, sostiene di utilizzare quotidianamente internet, quasi il 70% lo fa per più di tre ore al giorno e il 32% per più di cinque ore. La metà di questo tempo è poi impiegata sui social media. Ma, come vediamo, la usano male. Senza dimenticare i risvolti negativi che questo uso massiccio della rete comporta. Non mancano gli stati d’ansia (8,68%), insonnia (16,84%), confusione e frustrazione (6,38%), dolori di stomaco e mal di testa (8,36%) e dimenticanze (9,93%).
Di fronte a questi dati, il primo pensiero che viene in mente è quello espresso all’inizio e cioè che resta ancora molto ma molto da fare. E a noi resta quello di rimboccarci le maniche.
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