Con l’elezione di Papa Leone XIV si apre una nuova fase per la Chiesa. Da osservare quale sarà il rapporto del nuovo pontefice con IA, digitale ed etica dopo l’eredità di Papa Francesco.
Ieri, 8 maggio 2025, la Chiesa cattolica ha voltato pagina. La fumata bianca, apparsa alle 18:07 dalla Cappella Sistina, ha annunciato al mondo che il nuovo Papa, eletto dopo due giorni di Conclave, è Robert Francis Prevost, ora Leone XIV, primo Pontefice della storia proveniente dagli Usa, da Chicago per la precisione.
Un nome che richiama Leone XIII, il Papa che con l’enciclica Rerum Novarum diede inizio alla Dottrina sociale della Chiesa, con un’attenzione esplicita alla dignità del lavoro.
E oggi, in un mondo segnato dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale, non è un richiamo casuale.
Questo passaggio di testimone rappresenta un momento simbolico, ma anche molto concreto, per riflettere su come la Chiesa affronterà le grandi trasformazioni in corso, a partire da quelle che riguardano le tecnologie emergenti, il digitale e l’IA.
Temi, come sappiamo, che Papa Francesco ha sempre affrontato con grande lucidità e responsabilità etica, lasciando un’impronta ben visibile in ogni suo intervento pubblico sull’argomento.

L’attenzione costante di Papa Francesco al digitale e alla IA
In un articolo pubblicato su questo blog in occasione del suo addio, ho definito Papa Francesco come il primo vero Papa dell’era dei social media.
Non solo per l’uso attivo dei canali digitali, ma per la capacità di comprenderne i meccanismi, le derive e le potenzialità. Durante il suo pontificato, ha parlato apertamente delle dinamiche di polarizzazione che attraversano le piattaforme, del rischio di esclusione digitale, e più di recente, della necessità urgente di una governance etica dell’intelligenza artificiale.
Proprio nel 2023, Papa Francesco aveva indicato l’IA come una delle grandi sfide morali del nostro tempo, sottolineando la responsabilità collettiva nel suo sviluppo. La scelta del tema dell’IA e della pace per la Giornata Mondiale della Pace 2024 ne è stata una chiara conferma. Un Papa che ha saputo tenere insieme spirito e tecnologia, etica e futuro.
Papa Leone XIV: un nome evocativo
Il cardinale Prevost, ora Leone XIV, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’IA da Papa. Ma ci sono già alcuni segnali che meritano attenzione.
La scelta del nome – Leone – non è solo un omaggio a un predecessore, ma un gesto carico di significato. Come ha dichiarato il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, la scelta richiama esplicitamente “gli uomini, le donne e i lavoratori” in un’epoca segnata dall’intelligenza artificiale, in riferimento al pensiero sociale di Leone XIII.
Inoltre, da cardinale, Prevost ha mostrato attenzione alle questioni sociali e morali del nostro tempo, intervenendo anche attraverso i social media.
In particolare, ha dimostrato di comprendere la complessità dell’uso pubblico della parola in rete, prendendo posizione contro semplificazioni pericolose e retoriche identitarie.
Una sensibilità che, se traslata nel ruolo di Pontefice, potrebbe tradursi in una visione chiara sul ruolo delle tecnologie nei rapporti umani e nella costruzione di comunità.
La sfida di una Chiesa che cammina anche nel digitale
Siamo ancora all’inizio di questo nuovo pontificato, ma è già evidente che la posta in gioco non riguarda solo il futuro della Chiesa, bensì il suo rapporto con un mondo radicalmente trasformato dal digitale.
Le piattaforme digitali, l’intelligenza artificiale generativa, i modelli linguistici, gli algoritmi che condizionano l’informazione e le relazioni, sono oggi questioni politiche che toccano anche le comunità spirituali.
Sarà interessante vedere se Leone XIV manterrà quell’atteggiamento di apertura critica e dialogante che ha caratterizzato Papa Francesco, oppure se darà una nuova impronta, magari più orientata alla concretezza dell’azione sociale e alla protezione della dignità umana nell’era degli automatismi.
L’eredità di Francesco potrebbe continuare
Papa Francesco lascia un’eredità forte sul fronte della comunicazione, della responsabilità etica e della presenza consapevole nel digitale. E oggi, con Leone XIV, si apre una fase nuova che potrebbe consolidare quanto fatto finora o reinterpretarlo alla luce delle sfide future.
In ogni caso, sarà fondamentale continuare a osservare da vicino le parole e i gesti di questo nuovo Papa rispetto all’innovazione tecnologica, alla giustizia sociale e al ruolo dell’informazione.
Perché oggi, più che mai, la spiritualità si misura anche nella capacità di saper affrontare criticamente il presente digitale.