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Twitter potrebbe aggiungere i tasti Reactions ai tweet. Ma servono davvero?

Twitter sta testando i tasti reactions anche nei tweet. Dopo averli introdotti ad inizio di quest’anno nei DM, la piattaforma di Jack Dorsey sta provando ad estendere la possibilità di interazione per i contenuti da 280 caratteri. Ma servirebbero davvero?

Come certamente ricorderete, ad inizio di quest’anno Twitter ha introdotto i tasti reactions all’interno dei DM. Era la prima volta che Twitter provava ad estendere le possibilità di reazione ad un contenuto sulla sua piattaforma attraverso i tasti di reazione che abbiamo imparato a conoscere bene su Facebook. Infatti, quando solo si dice o si scrive “tasti reactions”, l’associazione è immediata con Facebook. Quello che suona appunto strano è immaginare questa associazione anche con Twitter, associandola ad una possibilità di interazione su un tweet.

Non è difficile immaginare cosa stiano pensando gli amanti di Twitter che stanno leggendo fino a questo punto, sembra quasi una cosa assurda, “impossibile che possa mai avvenire“.

twitter tweet reactions

E invece no, quello che sembra lontano da Twitter perché molto vicino a Facebook potrebbe davvero arrivare sulla piattaforma, in mezzo ai 280 caratteri.

Infatti, la sempre attenta Jane Manchun Wong, solita a scovare test come questi, ha, appunto, scoperto che la piattaforma di Jack Dorsey sta lavorando su un test che potrebbe (condizionale d’obbligo) portare i tasti reactions per andare oltre il like (già, tipica espressione che avremmo certamente usato scrivendo di Facebook).

Va detto che non sono propri gli stessi di quelli in uso su Facebook sotto ai post, ma sono molto simili nell’idea.

Però, attenzione, Social Media Today ricorda che Twitter stava lavorando su tasti reactions già nel 2015, cioè un anno prima che arrivassero sulla piattaforma di Facebook. Questo avrebbe significato, per una volta, che Twitter avrebbe anticipato Facebook e, forse, oggi staremmo scrivendo un altro post, invece di questo. Ma Twitter ci ha abituati anche a questo, nel momento in cui ha la possibilità di giocare un ruolo da leader, si ferma.

Successe lo stesso con Periscope, quando Twitter nono seppe approfittare del vantaggio competitivo che aveva su Facebook che poi sorpassò tutti con il suo Facebook Live.

Quindi la possibilità concreta di poter mettere una reazione al tweet che vada oltre il classico retweet o like, è davvero molto concreta. I tasti comparirebbero dopo aver cliccato sul simbolo “RT” e si andrebbero a posizionare dopo “Ritwitta con commento“.

E poi, notate dallo screenshot, che si vede nel tweet della Jane Manchun Wong, anche “react with Fleet“. Fleet è la nuova modalità simile alle Instagram Stories che Twitter ha lanciato per prima in Italia, dopo averli testati in Brasile. Da qualche giorno sono disponibili anche in India.

Ma, quindi, davvero Twitter avrebbe bisogno dei tasti reactions?

Forse la possibilità di reagire ad un tweet esprimendosi con una emoji, senza neanche scrivere una risposta ad un tweet potrebbe tornare utile, se non altro per la velocità che questa reazione comporta. Ma ci sembra comunque un’attività lontana alla logica di Twitter, oseremmo dire che non gli appartiene.

Leggi anche:

Twitter da piattaforma aperta si trasforma in piattaforma chiusa

Vero, Twitter è la piattaforma della velocità, dell’immediatezza, della brevità per va dei 280 caratteri, ma è pure sempre la piattaforma che genera Relazioni attraverso il contenuto. Questa è la caratteristica principale. La Relazione tra gli utenti nasce proprio per come si usa la piattaforma, per quello che si scrive con pochi caratteri. Esprimersi attraverso una emoji no appartiene alla logica di Twitter che non è Facebook.

Anche se, ormai da qualche giorno, anche Twitter è diventata una piattaforma chiusa come Facebook.

E voi che ne pensate?

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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