back to top

Twitter e Trump, quando la politica crede di possedere i social media

Twitter, per la prima, ha evidenziato come “infondati” due tweet di Donald Trump e il presidente Usa non l’ha presa bene. Al punto di minacciare la chiusura delle piattaforme. Questo è quello che accade quando la politica tende a possederle.

Fino ad un paio di anni fa tra Twitter e Donald Trump c’era molto affetto. Più volte il 45° presidente degli Stai Uniti d’America aveva manifestato il suo apprezzamento per la piattaforma che usa direttamente, senza che vi sia lo staff a supporto. Poi qualcosa ha cominciato ad incrinarsi, quando, dietro la pressione del “Russia Gate“, ma soprattutto, in conseguenza dello scandalo “Cambridge Analytica“, Twitter ha cominciato seriamente a contrastare la diffusone di fake news, di contenuti violenti e inneggianti all’odio in ogni sua forma. Qualcosa si è incrinato perché più volte i contenuti di Trump venivano segnalati per i contenuti di odio e di violenza, ma, comunque, Twitter in virtù della garanzia di un dibattito sempre aperto, ha preferito sempre evitare la censura, “proteggendo” il presidente da oltre 80 milioni di followers.

twitter donald trump politica

Come ricorderete, lo scorso anno, Twitter ha cominciato a rendere più stringente il contrasto alle fake news, introducendo una etichetta che avrebbe dovuto evidenziare quei tweet palesemente infondati, senza ricorrere alla censura. Uno strumento introdotto poi alla fine del 2019, in vista proprio delle prossime elezioni Usa.

C’è anche da ricordare, ne facevamo cenno prima, che Twitter ha sempre “protetto” (se si può usare questa espressione) Donald Trump, anche in quei casi era lecito intervenire in qualche modo, ma ha sempre evitato di farlo perché per Twitter i contenuti condivisi dai politici servivano in ogni caso a generare un dibattito, anche quando gli stesi contenuti erano forti, al limite. Una scelta che ha generato non poche critiche e dubbi. Per fare un esempio, nel 2018 Twitter decise di non cancellare i tweet di Trump che, in maniera esplicita, dichiarava guerra alla Corea del Nord, mentre, invece, fece cancellare un tweet del leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Seyed Ali Khamenei.

Ora Twitter afferma il principio che chiunque vìoli la policy sul contrasto alle fake news deve essere segnalato attraverso una etichetta che, con una procedura di fact-checking, mette il luce la vera notizia. E a farne le spese è stato proprio Donald Trump.

Il tycoon non l’ha presa bene e ha dichiarato in un tweet che la piattaforma di Jack Dorsey “sta soffocando la libertà di parola“, oltre che a dichiarare che Twitter sta interferendo nelle elezioni presidenziali facendo fare “controlli di parte alla Fake News CNN e all’Amazon Washington Post“, le due testate usate per fare fact-checking verso le quali Trump non ha mai avuto simpatia.

(In alto uno de due tweet segnalati da Twitter)

Questo accade quando la politica pensa di possedere le piattaforme, non di usarle, in virtù del proprio ruolo. Trump, e tutti quelli che la pensano come lui (e sono tanti) crede che il suo ruolo possa giustificare qualsiasi cosa, anche quella di diffondere, come in questo caso, informazioni sbagliate.

Trump si vendica con l′addio all′immunità legale per i social media

Trump minaccia di chiudere Twitter e tutti i social media

Come vedete il quadro è abbastanza grave già fin qui, ma c’è dell’altro. Perché, sempre oggi, Trump che minacciato in un tweet di chiudere le piattaforme, trovando la scusa che i repubblicani sono presi di mira da queste piattaforme. “Le regoleremo con la forza o le chiuderemo”.

Ecco, questo è il punto più grave che si potesse toccare, quando la politica incapace di accettare regole democratiche per garantire una corretta informazione e per evitare la diffusione di disinformazione, decide di usare il pungo duro nel tentativo di assoggettarle al suo volere, alla sua parziale verità.

È triste che si arrivi a queste minacce, come è triste che un presidente degli Usa arrivi ad esprimersi in questo modo. Il rispetto delle regole dovrebbe essere la base della convivenza civile e il suo ruolo è sinonimo di garanzia di libertà e democrazia.

Adesso sì che è in ballo la libertà e non sono le regole a soffocarla, come sostiene Trump, ma l’uso degli strumenti a proprio piacimento per il ruolo politico. Il confronto e il rispetto sono il sale della democrazia e bisogna farne sempre buon uso.

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

InTime Blog Newsletter

Abbonati alla newsletter e resta aggiornato su articoli e approfondimenti 

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Scrivimi

Se ti piace quello che scrivo e se vuoi conoscermi meglio, clicca il bottone qui di fianco.

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli

InTime Podcast

spot_img

Articoli correlati
Related

Ecco il Codice di condotta Influencer, multe fino a 600 mila euro

Agcom ha approvato il primo Codice di condotta Influencer. Si pongono regole chiare, obblighi di trasparenza, tutela dei minori. Sono previste sanzioni fino a 600 mila euro per chi viola le regole.

Meta, X e LinkedIn si oppongono alla richiesta IVA dell’Italia

L’Italia richiede il pagamento l’IVA alle piattaforme digitali sulle registrazioni degli utenti, che si oppongono impugnando la richiesta.

Meta non firma il Codice UE sull’IA generativa

Meta non firmerà il Codice UE sull’IA. Una scelta che rischia di inasprire i rapporti con Bruxelles, mentre OpenAI e Mistral si dichiarano pronte a firmare.

Ecco ChatGPT Agent, come usarlo e a cosa serve

Con il lancio di ChatGPT Agent, OpenAI apre una nuova fase della sua intelligenza artificiale: quella dell’azione autonoma. Si tratta di un agente che legge, decide, agisce. E cambia il nostro rapporto con il web.