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LinkedIn cresce in Italia ma solo 1 utente su 3 è attivo

Data:

LinkedIn cresce in UE e in Italia, ma resta forte il divario tra iscritti e utenti attivi. Solo un terzo usa poi davvero la piattaforma: in Italia 6,4 mln su 23 mln registrati.

LinkedIn, negli ultimi giorni, ha reso noti i dati aggiornati richiesti dal Digital Services Act per il primo semestre 2025, offrendoci così una fotografia più nitida della sua presenza in UE.

Sono numeri che mostrano una crescita costante, ma che al tempo stesso mettono in evidenza un divario sempre più marcato tra utenti registrati e utenti realmente attivi.

Più di 54 milioni di utenti attivi in UE

Secondo il report, tra gennaio e giugno 2025 LinkedIn ha registrato 54,7 milioni di utenti attivi loggati al mese nell’Unione Europea. Un dato in crescita del 14% rispetto al semestre precedente, che conferma l’andamento positivo della piattaforma.

Accanto agli utenti attivi, i dati DSA riportano anche un volume significativo di traffico “non loggato”. Ossia, 213 milioni di visite mensili da parte di chi non accede con il proprio account. Un numero enorme, che però non si traduce automaticamente in un utilizzo effettivo della piattaforma.

Dove LinkedIn cresce di più

La crescita non è distribuita in modo uniforme. Alcuni Paesi mostrano un incremento molto marcato degli utenti attivi:

  • Slovenia +100%;

  • Lituania +50%;

  • Repubblica Ceca +33%.

Nei mercati principali dell’UE la crescita è stata invece più contenuta, attorno al 10%. Un dato che conferma come LinkedIn tende a consolidare la sua presenza nelle economie più grandi, mentre è capace di crescere più rapidamente nei mercati più piccoli.

LinkedIn cresce in Italia ma solo 1 utente su 3 è attivo
LinkedIn cresce in Italia ma solo 1 utente su 3 è attivo

La crescita di LinkedIn in Italia

E veniamo all’Italia.

Nel nostro paese, il numero degli utenti loggati attivi è passato da 6,0 milioni nel secondo semestre 2024 a 6,4 milioni nel primo semestre 2025. Con un incremento di circa il 6,7% che, pur non avendo i numeri di altri Paesi più piccoli, indica un andamento positivo e costante.

Interessante anche osservare i dati relativi al traffico “non loggato”. In Italia le visite mensili da utenti non loggati sono passate da 13,7 milioni a 19,9 milioni, con un aumento del 45%.

LinkedIn: iscritti contro utenti attivi, il vero divario

Se ci fermassimo ai numeri complessivi, potremmo dire che LinkedIn in UE continua a crescere e a rafforzare la sua base di utenti. Ma i dati DSA ci permettono di fare un passo ulteriore e di mettere a fuoco la particolarità della piattaforma. E parliamo della differenza tra iscritti e utenti attivi.

LinkedIn, a fini di marketing (secondo varie fonti), conterebbe di avere oltre 160 milioni di membri registrati in UE. Confrontando questo dato con i 54,7 milioni di attivi mensili, notiamo che la percentuale di chi utilizza realmente la piattaforma almeno una volta al mese si ferma attorno al 34%.

Stesso discorso per l’Italia. Secondo il report Digital 2025 di DataReportal, nel nostro Paese LinkedIn conta 23 milioni di utenti registrati. Mettendo a confronto questo dato con i 6,4 milioni di utenti attivi mensili indicati dal DSA, emerge che meno di 3 iscritti su 10, più o meno il 28%, usa davvero LinkedIn ogni mese.

In altre parole, milioni di utenti italiani hanno un account LinkedIn, solo che la maggior parte non lo utilizza con costanza o lo ha abbandonato nel tempo.

Traffico “non loggato” e account dormienti

Un’altra distinzione importante riguarda le visite da utenti non loggati. Spesso si tende a confondere questi numeri con la quota di iscritti inattivi.

In realtà, i dati “logged-out” includono sia persone che hanno un account ma non fanno login, sia visitatori occasionali che non sono registrati e che accedono magari a un profilo o a una pagina pubblica.

Importante fare un po’ di chiarezza. La massa di traffico non loggato, pur essendo alta, non rappresenta automaticamente utenti che hanno abbandonato la piattaforma. Per misurare l’inattività bisogna sempre confrontare gli iscritti totali con gli utenti loggati attivi.

LinkedIn, il quadro complessivo

I dati ci consegnano un’immagine con una doppia faccia. Da una parte LinkedIn continua ad ampliare la sua base di utenti attivi in UE, con un trend positivo anche in Italia.

Dall’altra, resta evidente il divario tra iscritti e utilizzatori reali: milioni di persone hanno un account, ma non accedono con regolarità o hanno smesso di usare la piattaforma.

In Italia, questo significa – ripetiamo – che su 23 milioni di iscritti, solo 6,4 milioni la usano effettivamente ogni mese.

Una differenza, già nota per la verità. Va comunque sottolineata l’importanza di guardare non soltanto ai numeri “di vetrina”. Importanti, ma non dicono tutto.

Perché il caso LinkedIn colpisce di più

Se questa dinamica può sembrare comune ad altre piattaforme digitali, e lo è, il caso LinkedIn assume un significato diverso.

A differenza di piattaforme social media generaliste, come Facebook o TikTok, LinkedIn nasce per una finalità precisa. E cioè, quella di connettere professionisti, aziende e anche studenti.

Per chi lavora, per chi è alla ricerca di un nuovo lavoro, per chi vuole costruire un nuovo network di contatti, LinkedIn è quasi “obbligato”. Magari aggiungiamo qualche altra virgoletta, ma è chiaro il senso.

Proprio per questo motivo, il divario tra iscritti e attivi colpisce ancora di più.

Significa che milioni di persone si registrano a LinkedIn per esserci, per frequentare un ambiente considerato rilevante, ma poi non lo usano, per motivi diversi, in modo costante.

In molti casi si tratta di iscrizioni “di facciata”, che confermano l’importanza simbolica della piattaforma più che il suo utilizzo reale.

In chiusura, LinkedIn cresce, ma la sua forza resta ancora limitata a chi davvero la frequenta con regolarità. E in Italia, oggi, sono meno di tre su dieci.

Per ora ci fermiamo qua, anche perché il tema è molto vasto.

E voi che ne pensate? Qual è la vostra esperienza con LinkedIn?

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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