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E-commerce e PMI: c’è ancora tanta tanta strada da fare

Una ricerca condotta da TNS per eBay e Confcommercio ha messo in evidenza che esiste ancora una gran parte delle PMI che non crede nell’E-commerce. Ben il 92% delle piccole e medie aziende italiane non considera proprio il commercio online. L’88% ritiene poi che l’e-commerce sia poco o per nulla utile.

Non è la prima volta che sottolineamo questo dato e cioè che esiste ancora una certa resistenza da parte delle PMI italiane, come sappiamo il cuore della nostra economia. E quello che emerge da questa nuova indagine condotta da TNS per Confcommercio e eBay, purtroppo ne è ancora una prova. Solo che stavolta i numeri sono molto più pesanti. Nel senso che, mentre in Italia il fenomeno E-commerce è in continua crescita, e quindi ci sono sempre più persone che acquistano online, dall’altro, invece, c’è un numero enorme di aziende, piccole e medie, che non crede che il commercio online possa essere un fattore di crescita per la propria azienda. E’ evidente il forte contrasto che constatiamo, come è altrettanto evidente che in questo modo di perde, senza esagerare, una grande opportunità. Ed è per questo motivo, come tra l’altro evidenziato dalla stessa ricerca di TNS, l’e-commerce in Italia ha una penetrazione del 4%, in altri paesi si parla di numeri a doppia cifra: in Francia, Germania e Inghilterra le percentuali vanno dal 12 al 16%.

ecommerce-pmi-tns-franzrusso.it

Qualche dato della ricerca di TNS

L’indagine è stata condotta su un campione di 202 PMI che non fanno commercio online provenienti da tutta Italia. I settori di provenienza delle aziende sono alimentare; salute e bellezza; casa, arredamento, giardino e bricolage; auto/moto – ricambi e accessori; abbigliamento e accessori – moda; elettronica.

Dal punto di vista della “dotazione digitale”:

  • il 95% delle aziende ha una connessione a internet (quindi neanche la totalità);
  • l’80% dei dipendenti di queste aziende ha un computer o device mobile;
  • il 52% dichiara di avere un sito internet ma non lo utilizza per vendere online.

Detto questo, vediamo che la ricerca ha rilevato.

Ebbene, il 92% delle aziende che hanno partecipato a questa ricerca sostiene di  non aver mai preso in considerazione di utilizzare l’e-commerce. Se siete rimasti impressionati da questa affermazioni, allora potete stare tranquilli perchè ce ne sono degli altri.

Infatti, l’88% delle aziende intervistate ritiene l’e-commerce poco o per nulla utile. E su questa affermazione si comprende facilmente lo sconforto di quanti di voi fanno divulgazione, formazione proprio sul tema e-commerce. Ed è facile comprendere che a questo punto bisogna fare leva sul tema culturale relativo alle nostre aziende. Queste affermazioni sono figlie di una continua ritrosia verso il digitale, in generale. E’ necessario fare leva sul concetto che è in atto un cambiamento che non significa buttare via tutto quello che si è fatto o che da un giorno all’altro nulla sia più utile. Il cambiamento è un fattore determinante per la crescita di un’azienda, specie per un’azienda medio-piccola. Il cambiamento comporta un rinnovamento del proprio modo di fare business. E, come questa ricerca ci conferma, la vera paura sta proprio in questo.

Esiste poi un 26% di aziende che teme che il il commercio elettronico possa essere rischioso per il proprio commercio tradizionale, quando invece potrebbe essere i contrario. Il 69% è poi convinto che l’e-commerce non porti a un aumento di fatturato;  72% pensa che l’e-commerce sia un canale complesso;  il 56% ritiene che necessiti di investimenti considerevoli (vero fino ad un certo punto); il 43% è convinto che l’e-commerce sia adatto solo alle grandi aziende, ma niente di più falso ovviamente; il 21%, infine, ritiene che i propri prodotti non siano adatti alla vendita online e questa percezione raggiunge il suo picco tra le aziende del settore alimentare (il 44%).

Insomma, tra E-commerce e PMI c’è ancora tanta, ma tanta, tanta strada da fare.

E voi che ne pensate?

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Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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