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Ci informiamo sui social media, ma non ci fidiamo

I social media hanno superato la TV come mezzo principale per informarsi, ma la fiducia verso queste piattaforme è molto bassa. Il rapporto AGCOM ci restituisce la fotografia di una informazione debole e la conferma dell’algoritmo del proprietario.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio annuale sul sistema dell’informazione 2025 pubblicato da AGCOM, nel 2023 i social media hanno superato la televisione come principale mezzo di informazione per gli italiani.

Si tratta di un sorpasso che possiamo definire storico. E che segna una svolta nel modo in cui le persone si informano quotidianamente.

Va detto che questo primato non si accompagna a un incremento della fiducia da parte degli utenti. Al contrario, i social si confermano tra le fonti ritenute meno affidabili.

E qui siamo nella dimensione del paradosso, o quasi.

Come si informano gli italiani: il ruolo crescente dei social media

Nel dettaglio, il rapporto evidenzia che:

  • il 19,8% degli italiani utilizza i social media come primo strumento per accedere all’informazione online;
  • seguiti da motori di ricerca (17,9%) e siti di quotidiani/periodici (11,8%);
  • il 50,5% degli utenti iscritti a social media dichiara di venire a conoscenza delle notizie sui social prima che da qualsiasi altro mezzo.

Con questi numeri, i social media superano la televisione, che si attesta al 46,5% come uso informativo nel giorno medio, in calo costante rispetto al 67,4% del 2019.

Interazioni superficiali e partecipazione limitata

Il rapporto AGCOM evidenzia anche come gli utenti tendono ad avere un comportamento prevalentemente passivo rispetto all’informazione ricevuta sui social media:

  • il 43,4% si limita a cliccare sui link;
  • il 40,7% mette un like;
  • solo il 16,9% commenta, il 12,6% condivide e appena il 6,1% avvia una discussione;
  • il 25,1% non compie alcuna azione rispetto alle notizie visualizzate.

Curiosamente, gli utenti over 65 si dimostrano spesso più attivi dei giovani nei commenti e nelle interazioni, a smentire il luogo comune di una fruizione più passiva da parte delle generazioni meno digitalizzate.

Fiducia ai minimi storici per i social media

Nonostante la centralità sempre maggiore nel consumo informativo, la fiducia nei social media resta bassa:

  • solo il 15,7% degli italiani esprime alta fiducia nei social come fonte d’informazione;
  • il 30,2% manifesta bassa fiducia;
  • i social si posizionano penultimi nella classifica delle fonti più affidabili, seguiti solo dalle piattaforme video;
  • anche tra i giovani (14-24 anni), che usano i social in modo intensivo, cresce il numero di chi non nutre fiducia in alcuna fonte informativa.

La relazione tra uso e fiducia non è lineare: chi usa intensamente un mezzo tende ad averne più fiducia, ma nel caso dei social media questa correlazione è debole. Il dato appare ancora più significativo se confrontato con la fiducia nella televisione, che rimane alta soprattutto tra gli over 65 (44,5%).

Un ecosistema informativo fragile e sbilanciato

L’analisi di AGCOM conferma che l’informazione è sempre più mediata da piattaforme digitali. E che questo passaggio ha generato una informazione sempre più debole. Sempre più esposta a manipolazioni e a deformazioni.

La prevalenza dei social nel ruolo di gatekeeper dell’informazione non garantisce qualità, affidabilità o trasparenza.

Questa tendenza si inserisce perfettamente nelle riflessioni che sto affrontando negli ultimi mesi. Dall’erosione della fiducia digitale all’algoritmo del proprietario, fino alla crescente polarizzazione dell’informazione.


Guarda il video:


I social media diventano lo spazio principale dove l’informazione viene vista, ma non dove si costruisce fiducia.

Il contenuto viene costruito solo per essere visto e non, banalmente, per informare e per generare opinioni e conversazioni.

Un divario che continuerà ad allargarsi finché non verrà affrontato con responsabilità, tanto da parte delle piattaforme quanto da chi crea contenuti.

Il quadro che emerge è chiaro. I social media sono oggi la porta d’accesso privilegiata all’informazione per milioni di italiani. Ma a questa centralità non corrisponde un riconoscimento in termini di autorevolezza.

É necessario concentrarsi sulla costruzione di contenuti che siano effettivamente informativi e che puntino alla qualità. Resto sempre convinto, infatti, che il contenuto equivalga ancora alla Relazione. Ma serve recuperare qualità e abbandonare il concetto di quantità che tanto piace all’algoritmo del proprietario.

[Immagine ci copertina realizzata da Franz Russo attraverso il modello di intelligenza artificiale generativa ChatGPT-4o]

 

Franz Russo
Franz Russo
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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